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Rapporto Irena sulla grid parity: eolico, biomasse e idroelettrico sono già competitivi
Il peso delle fonti rinnovabili all'interno del mix elettrico mondiale è in continuo aumento e circa metà della nuova potenza installata proviene da tecnologie pulite, soprattutto eolico e solare.
18-12-2012
Fonte
impianto fotovoltaico
ricerca e innovazione
energie rinnovabili
Il 2011 ha visto crescere di 41 GW la capacità eolica, davanti a fotovoltaico (+ 28 GW) e idroelettrico con (+ 25). Più staccate le biomasse (6 GW sommati lo scorso anno), mentre il solare a concentrazione è fermato a 500 MW e la geotermia a 100 MW. Sono i dati snocciolati dall'International renewable energy agency (Irena), che li ha usati per valutare la convenienza dei diversi impianti alimentati dalle risorse naturali, ovvero il loro grado di approssimazione verso la ‘grid parity'. I risultati sono contenuti in un rapporto, “Renewable power generation costs”, diffuso per evidenziare i progressi degli impianti FER rispetto a quelli alimentati a combustibili fossili. Analizzandoli viene fuori che l'eolico, nelle situazioni più favorevoli, con ventosità intensa e costante, è già maturo e capace di competere con il gas. È il caso – chiarisce Irena – di alcuni parchi negli Stati Uniti, che riescono già a produrre elettricità a prezzi intorno ai 4/5 centesimi di dollaro per kWh, meno del costo del metano estratto dai giacimenti non convenzionali.
Anche il fotovoltaico, per effetto dei costi calanti dei pannelli (- 60% negli ultimi due anni), si sta velocemente avvicinando alla piena competitività con le fonti fossili. Il prezzo dei moduli in silicio cristallino ad esempio, alla metà dell'anno in corso è sceso a circa 77 centesimi di dollaro; in Germania (primo installatore europeo), il prezzo dei sistemi fotovoltaici per il mercato residenziale è calato a 2,2 $/Watt. Dati – sostiene Irena – che autorizzano a pensare che, per questo tipo d'installazioni, la grid parity “nelle aree con buona irradiazione solare, sarà presto la norma, piuttosto che l'eccezione”. Passi in avanti anche per la tecnologia del solare termodinamico a concentrazione (che utilizza specchi parabolici per concentrare i raggi), i cui costi di generazione variano da un minimo di 17 centesimi di dollaro a un massimo di 36 per kWh, con punte di 14 centesimi nei casi più favorevoli e a seconda delle diverse tecnologie.
La fonte rinnovabile più diffusa (circa 970 GW alla fine del 2011) e più conveniente al mondo resta l'idroelettrico, in grado di fornire energia ad un costo di appena 2 centesimi di dollaro/kWh, che sale a una media di 4 per le centrali di grandi dimensioni. Quella idroelettrica inoltra – osserva ancora Irena – è una fonte rinnovabile più flessibile e programmabile di altre, e può quindi virtuosamente essere modulata per incrementare la stabilità delle reti elettriche, bilanciando la variabilità dell'eolico e del solare. Infine anche il settore delle biomasse si rivela molto competitivo, con un costo medio di 6 centesimi di dollaro/kWh. Inoltre questa fonte ha il pregio di inserirsi in una logica ‘km zero' che ne abbatte ulteriormente i costi.
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Eni inaugura impianto fotovoltaico dimostrativo basato su concentratori solari luminescenti
L'impianto, che sarà utilizzato come laboratorio all'aperto per testare il comportamento dei nuovi dispositivi, è dedicato al parcheggio di mezzi per la mobilità elettrica e consente la ricarica delle batterie attraverso la corrente elettrica generata dai pannelli.
02-12-2012
Fonte
auto elettriche
ricerca e innovazione
ricerca e sviluppo
Eni
impianto fotovoltaico
energie rinnovabili
smart grids
mobilità elettrica
I concentratori solari luminescenti (LSC, Luminescent Solar Concentrators) sono costituiti da lastre di materiale trasparente (plastico o vetroso) all’interno del quale sono dispersi coloranti fluorescenti che assorbono una parte della luce solare e la emettono all’interno della lastra medesima. La radiazione emessa, sfruttando il fenomeno della riflessione totale interna utilizzato nelle fibre ottiche, è condotta verso i sottili bordi della lastra dove viene concentrata su celle solari di piccola superficie, che la trasformano in energia elettrica.
La tecnologia degli LSC offre vantaggi potenziali significativi rispetto ai tradizionali pannelli al silicio e ai concentratori solari basati su specchi o lenti. Le lastre, infatti, sono in grado di catturare sia la radiazione solare diretta che quella diffusa, risultando efficienti anche in condizioni di cielo nuvoloso e la loro installazione non pone problemi di orientamento; sono inoltre costituite da materiali a basso costo e consentono di ridurre significativamente la superficie di silicio utilizzata a parità di potenza; infine, possono essere utilizzate per realizzare pannelli fotovoltaici trasparenti e finestre fotovoltaiche, rendendo la nuova tecnologia ideale per il suo impiego negli edifici o altri contesti idonei.
La pensilina fotovoltaica Eni è basata su una tecnologia e materiali innovativi sviluppati dalla società presso il proprio Centro Ricerche per le Energie Non Convenzionali - Istituto Eni Donegani di Novara, che rappresenta uno dei più importanti centri di ricerca industriale in Italia dedicato alle fonti energetiche non convenzionali, comprese fonti rinnovabili come, l’energia solare e le biomasse. Al progetto partecipa attivamente anche Enipower, società Eni che opera nella generazione di energia elettrica e nella produzione e commercializzazione di celle e moduli fotovoltaici, e che ha l’obiettivo di sviluppare il progetto fino alla sua industrializzazione.
Questo importante risultato rientra in un programma di ricerca lanciato da Eni nel 2007 e dedicato allo sviluppo innovativo delle fonti energetiche rinnovabili a maggiore potenziale e in particolare dell’energia solare.La pensilina fotovoltaica Eni è in grado di produrre circa 500 Watt nominali di energia elettrica generati da 192 lastre fotovoltaiche trasparenti gialle. Ogni lastra è costituita da un materiale plastico con minime quantità di coloranti brevettati da Eni.
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