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E-bike: la definizione dal punto di vista legislativo ed i vari tipi di pedalata assistita
Come la legge regolamenta la bici a pedalata assistita ed i vari tipi di sistema per permettere al motore di una e-bike di assistere il ciclista
29-10-2013
Fonte
codice della strada
pedalata assistita
rotazione pedali
ebike
legislazione italiana
In base alle disposizioni legislative sono stati previsti i vari requisiti che una bicicletta a pedalata assistita deve possedere per poter essere a norma e quindi poter liberamente circolare in Italia.
In particolare la legge ha stabilito che il motore debba funzionare esclusivamente qualora vengano azionati i pedali. Pertanto non sono in regola tutte le bici elettriche nelle quali l’ausilio del motore è svincolato dalla pedalata (vietata quindi la manopola che eroga potenza). Per quanto riguarda i dispositivi di accelerazione (a manopola, a pulsante o a levetta) sono comunque ammessi purché non azionino il motore in maniera indipendente dalla pedalata del ciclista. Inoltre il motore (il quale deve avere una potenza massima di 250 watt) deve obbligatoriamente assistere il ciclista sino alla velocità di 25 km/h, superati i quali il motore cesserà la sua funzione di ausilio.
I veicoli che posseggono tali requisiti rientrano a pieno diritto all’interno della categoria dei velocipedi, con tutte le limitazioni ed i vincoli previsti per tali tipi di veicoli. Viceversa i veicoli che non posseggono i requisiti di cui sopra saranno assoggettati alla disciplina prevista per i ciclomotori, con la conseguenza che sarà prevista una omologazione ed immatricolazione presso la competente motorizzazione civile, ed il pagamento di una tassa di proprietà oltre al pagamento di una assicurazione per responsabilità civile. Il conducente avrà inoltre l’obbligo di indossare il casco, obbligo che non riguarda i possessori di velocipedi (art. 50 codice della strada).
Per quanto concerne la caratteristica della pedalata assistita (assistenza del motore in fase di pedalata, sistema che consente di percorrere più chilometri con meno fatica rispetto ad una bici tradizionale) vi sono diversi tipi di metodi di funzionamento. Il PAS (il sistema viene così chiamato) può essere infatti a controllo dello sforzo sui pedali oppure a controllo della rotazione dei pedali.
In modo semplice il primo metodo consente, attraverso una molla o altri sensori, di rilevare il tipo di sforzo che il ciclista effettua sui pedali. Tale forza viene rilevata da un centralina che invia l’impulso al motore, il quale eroga la potenza prevista.
Il metodo denominato “controllo della rotazione dei pedali” è costituito da un disco metallico e da alcuni magneti che opportunamente posizionati rilevano il movimento dei pedali. Tale movimento viene anche qui rilevato da una centralina che provvede a calcolare la velocità ed a stabilire la potenza erogata dal motore.
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